ANSIA E COVID-19: GRAVIDANZA, PARTO E POST PARTO

La gravidanza e il post partum sono momenti di grande cambiamento nella vita di una donna e della coppia e, ancor più in un momento storico come quello che stiamo attraversando, è di grande importanza prestare la massima attenzione al benessere di mamma e bambino. Come stanno vivendo le neomamme e le donne in gravidanza questo periodo di quarantena?

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Un periodo denso di emozioni quello della gravidanza e del post parto, fra cui viene riferita, dalle donne e dalle coppie, una certa dose di ansia, ancor più oggi, in piena emergenza da Coronavirus.

Cosa succede alle donne in gravidanza e alle neomamme in queste ultime settimane? Vediamolo insieme.

Ansia: cos’è?

È uno stato psicofisico costituito da un’emozione, la PAURA, e dall’attivazione fisiologica ad essa collegata (tachicardia, iperventilazione, sudorazione, formicolio agli arti, nausea).

La paura è un’emozione che ha lo scopo funzionale di metterci in guardia di fronte un pericolo, permettendoci di agire (attaccare o fuggire). Quando il pericolo non è tangibile, il nostro corpo non ha nulla da attaccare o da cui fuggire, per cui le sensazioni fisiologiche che sperimentiamo insieme alla paura prendono il sopravvento, portando su di esse tutta la nostra attenzione.

Ansia in gravidanza

Un po’ d’ansia può accompagnare chiunque durante la gravidanza, ciò è del tutto comune e comprensibile, poiché una nuova vita sta crescendo dentro di noi, investendoci di una grande responsabilità. Ci preoccupiamo dell’andamento della gravidanza, della salute del bambino, del travaglio e del parto, del post parto.

Uno stato d’ansia deve destare preoccupazione e, quindi, spingere a richiedere un consulto professionale (tanto in gravidanza quanto in qualsiasi altro momento della nostra vita), quando questo diventa pervasivo e invalidante, investendo gran parte delle nostre attività e delle nostre giornate.

Gravidanza e parto durante la pandemia di COVID-19

Se, normalmente, la donna può vivere con una certa preoccupazione la gravidanza e il momento del travaglio e del parto, oggi questa preoccupazione è quanto mai più presente, perché la situazione che stiamo vivendo e che ci circonda ha modificato le nostre abitudini, le possibilità di accesso ai servizi sanitari e i protocolli comunemente utilizzati negli ospedali durante il travaglio ed il parto.

Oggi, le paure più grandi di chi si accinge a far nascere il proprio bambino in questo periodo di lockdown sono principalmente due: la propria salute e quella del proprio bambino, nella speranza di non contrarre il virus SARS-COV-2, o, se contratto, di non contagiare il nascituro e il momento del travaglio e del parto, ai quali, se avverranno in ospedale, non potrà assistere il papà o nessun altro accompagnatore (in alcuni ospedali meno colpiti, viene concesso al papà di assistere solamente al parto). In più, non si potranno avere l’assistenza e le visite di terzi durante tutta la degenza.

Un po’ di numeri (pochi, ma incoraggianti)

Finora sono poche le evidenze scientifiche sul COVID-19, essendo questo un virus nuovo che ha preso il mondo intero alla sprovvista. Ma in Cina, dove il virus ha colpito per prima, è stato condotto uno studio su circa 30 donne positive al virus nel terzo trimestre di gravidanza e si è potuto osservare come in nessun caso ne siano state trovate tracce nel liquido amniotico, con conseguente nascita di bambini risultati negativi al tampone. In fase di allattamento, invece, non solo non è stata trovata nel latte materno alcuna traccia del virus, per di più sono stati rilevati alcuni anticorpi SARS-COV-2.

Parola d’ordine: CONSAPEVOLEZZA!

La prima vera strategia per gestire questo momento di forte preoccupazione, che ci tocca tutti indistintamente, tanto più in un periodo delicato come quello della gravidanza, è essere consapevoli di cosa stiamo vivendo, del perché lo stiamo vivendo e del come lo stiamo vivendo.

Cosa? Ansia e paura del covid-19.

Perché? Perché ha messo a nudo le nostre paure più profonde, perché è qualcosa di intangibile che ci circonda, perché abbiamo pochi strumenti per difenderci, più di tutti il distanziamento sociale, nel momento in cui avremmo, invece, maggiormente bisogno di vicinanza, aiuto e sostegno.

Come? Riguarda il nostro funzionamento globale, il modo che abbiamo di reagire alle situazioni stressanti, di fronteggiarle, gli strumenti che per noi risultano più funzionali nella gestione dello stress.

Cosa puoi fare oggi per superare al meglio questo periodo?

Prima di tutto, permettiti di avere paura, permettiti di viverla e di raccontarla, perché tutti la stiamo vivendo, nessuno ne è immune e solo permettendo a questa emozione di essere espressa, essa non si tramuterà in panico fino a sopraffarci.

Inoltre, ecco alcune piccole strategie che ti potranno aiutare nello gestire lo stress e l’ansia di queste settimane:

  • Evita la ricerca compulsiva di informazioni sull’evoluzione dell’epidemia, cerca notizie max 2 volte al giorno e solo da fonti ufficiali (Ministero della Salute, Protezione Civile).
  • Dedicati a te stessa, alla tua pancia e al tuo bambino: è un buon momento per mettersi in connessione con lui, per ascoltarlo e farsi ascoltare, per conoscerlo e farsi conoscere. Che tu sia ancora in gravidanza o abbia da poco partorito, l’isolamento forzato può avere una nota positiva, ti permetterà di vivere la connessione con il tuo bambino senza interferenze esterne, solo voi.
  • Se puoi, prenditi cura del tuo corpo (fa movimento, online ci sono tanti tutorial di ginnastica pre e post parto a casa, oggi più che mai), della tua salute, della tua alimentazione (mangia sano ed equilibrato, sia in gravidanza che in allattamento), della tua mente (leggi quei libri che conti di leggere da tempo, usa tecniche di rilassamento o visualizzazione, fa meditazione, scrivi).
  • Scrivi, sì, scrivi! Scrivere è terapeutico e allenta la tensione provocata dall’ansia, aiuta a portare fuori da te il fluire delle tue emozioni, a metterle nero su bianco, a poterle osservare dal di fuori, con più attenzione, a dargli un nuovo significato. Potresti tenere un diario in cui racconti a tuo figlio di questi giorni così particolari in cui è venuto al mondo, delle tue emozioni, di quello che accadeva attorno a te, di come hai affrontato il suo arrivo.
  • Prenditi cura del tuo sonno, per quanto possibile mantieni ritmi equilibrati di sonno/veglia, vai a dormire presto e svegliati presto, spegni tutti i dispositivi almeno un’ora prima di metterti a letto e svolgi attività rilassanti che ti predispongono gradualmente all’addormentamento.
  • Segui un corso pre-parto online (per maggiori informazioni clicca qui).
  • Dedicatevi alla coppia, dedicatevi del tempo, svolgete, laddove possibile da fare in casa, quell’attività che avevate programmato prima della quarantena, regalatevi quella cena a lume di candela che volevate fare al ristorante, chiarite subito eventuali discussioni o fonti di disagio e, soprattutto, rispettate gli spazi e i silenzi dell’altro, che in una convivenza no stop come quella della quarantena a volte possono essere necessari, uno spazio di decompressione personale.
  • Fai ciò che procrastini da tempo, dedicati al tuo hobby, fai quel corso online a cui finora non hai potuto dedicarti per mancanza di tempo, dedicati alla riorganizzazione del pc, alla sistemazione delle cartelle, alla cancellazione dei vecchi file, dedicati a preparare le foto che manderai in stampa non appena possibile, fai decluttering, prepara al meglio la casa per l’arrivo del tuo bambino.

Insomma, ogni volta che ti senti preoccupata o sopraffatta, dedicati a ciò che ti possa aiutare a focalizzare la tua attenzione e concentrazione su attività piacevoli, lasciando sempre meno spazio ai pensieri ansiogeni.

Partorire in ospedale durante l’epidemia

Purtroppo il momento impone di seguire i protocolli e le restrizioni alla lettera, per la salute nostra e di tutti quelli che ci circondano, ma in ospedale, seppur quel momento non andrà come te l’eri immaginato, sarai comunque sostenuta dal personale sanitario, ancor più presente e attivo di prima. Mamma, non sarai sola, si prenderanno cura di voi! E dopo 3 giorni, finalmente, potrai essere nel tuo nido insieme al tuo partner, a eventuali fratellini e al tuo bambino, tre giorni passano in fretta!

Finalmente a casa!

Durante le prime settimane post parto, una mamma ha sempre bisogno di vicinanza, aiuto e sostegno della rete che la circonda, ma in questo momento storico in cui il distanziamento sociale è fondamentale per far estinguere quanto prima l’epidemia, le mamme saranno un po’ più sole.
Salvo effettiva necessità, chiedi ai parenti di rispettare le norme previste per la tutela della salute del bambino e della vostra famiglia, privilegia i contatti telematici finché l’emergenza sarà finita del tutto e chiedi a nonni e zii di aiutarti, se necessario, in sicurezza: i parenti possono farvi la spesa e lasciarla dietro la porta, possono portarvi pasti già pronti, lavarvi e stirarvi gli indumenti, diminuendo così al minimo il carico dei genitori e permettendo anche al papà di stare al sicuro in casa, essere di supporto alla mamma e godersi il più possibile la sua nuova famiglia.

Infine, i professionisti del post parto sono sempre a vostra disposizione, se ne sentite la necessità non esitate a contattare psicologi (per conoscere i miei servizi clicca qui), medici, ostetriche, consulenti dell’allattamento, che potranno esservi accanto nel miglior modo possibile anche attraverso consulenze online.

Dott.ssa Florinda Lo Piano
La Psicologa delle Mamme

VOCE DEL VERBO “FASCEGGIARE”: LA FASCEGGIATA ALL’OMBRA DEI TEMPLI

La scorsa settimana è stata una settimana molto particolare, a livello internazionale sono state celebrate ben due pratiche importantissime per una genitorialità ad Alto Contatto ed un buon sviluppo psicofisico del bambino, l’allattamento al seno e il babywearing. La Settimana dell’Allattamento Materno (SAM) e l’International Babywearing Week (IBW) sono coincise, nella settimana dal 2 all’8 ottobre 2017. Continua a leggere

Allattamento al seno: curiosità dal mondo

Si conclude oggi la Settimana Mondiale dell’Allattamento al Seno 2017 (World Breastfeeding Week), il cui obiettivo è quello di promuovere l’allattamento materno affinché aumentino i tassi a livello globale.

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In occasione della WBW di quest’anno, vi lascio alcune piccole curiosità dal mondo sull’allattamento al seno prese dal web:

• Tra i Pigmei le mammelle sono talmente pendule da poter essere rovesciate sulle spalle e consentire l’allattamento diretto del figlio che così viene trasportato sulla schiena
• Nel Siam e in Giappone la donna allatta il proprio figlio da sdraiata
• Tra gli Eschimesi, che tengono costantemente i figli 2-3 anni in un ampio cappuccio posto sul dorso, l’allattamento avviene senza spostare il lattante dal suo alloggiamento
• In Asia occidentale le madri nutrono i loro figli direttamente su una culla, mantenuta sospesa da un gancio sul soffitto, le culle a terra hanno invece un apposito gancio trasversale su cui la madre può appoggiarsi durante l’allattamento.

Voi ne eravate a conoscenza? Condividete queste curiosità con le altre mamme! 🙂

Dott.ssa Florinda Lo Piano
La Psicologa delle Mamme

La Psicologia del Pannolino

Quali sono gli aspetti psicologici che caratterizzano la delicata fase dello spannolinamento?

Quando cerchiamo informazioni sullo spannolinamento, troviamo tantissimi articoli, davvero utilissimi, che ci danno ottimi pratici suggerimenti per affrontare al meglio questa delicata fase, tanto per il bambino quanto per il genitore. Difficilmente, però, si affronta la questione da un punto di vista psicologico.

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Mi preme molto, in questo momento, affrontare tale argomento perché, proprio in queste settimane, sono impegnata io stessa nell’aiutare mia figlia a togliere definitivamente il pannolino.

Come tutti  i passaggi più importanti della propria vita, a partire dalla nascita, anche lo spannolinamento è una fase molto complessa e delicata in cui le parole d’ordine da tenere a mente sono ascolto, pazienza e rispetto. Continua a leggere

Il magico potere della routine serale

QUANTO è IMPORTANTE SEGUIRE UNA ROUTINE CHE PRECEDA L’ORA DELLA NANNA?

 

Da qualche tempo mi occupo di Consulenza del Sonno dei Bambini e, proprio a tal proposito, ho avuto l’occasione di approfondire diversi studi in merito e di testare alcuni metodi atti a favorire la nanna dei più piccoli con mia figlia, una bimba di 18 mesi molto vivace, giorno e notte.

E non parlo di quei metodi, ormai tristemente famosi, che consigliano di far piangere i piccoli per ore finché non si rassegnano e si addormentano, assolutamente no! Io non ho mai fatto piangere mia figlia, ho sempre cercato di rispondere alle sue esigenze il prima possibile, anche durante la nanna, e anche nel mio lavoro sostengo i genitori e consiglio sempre metodi dolci e rispettosi dei bisogni dei bambini e della loro fisiologia, nonché della loro persona (perché, come direbbe una mia cara amica, sono delle “piccole persone”, ma pur sempre persone sono e, in quanto tali, vanno rispettate). Continua a leggere