La Psicologia del Pannolino

Quali sono gli aspetti psicologici che caratterizzano la delicata fase dello spannolinamento?

Quando cerchiamo informazioni sullo spannolinamento, troviamo tantissimi articoli, davvero utilissimi, che ci danno ottimi pratici suggerimenti per affrontare al meglio questa delicata fase, tanto per il bambino quanto per il genitore. Difficilmente, però, si affronta la questione da un punto di vista psicologico.

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Mi preme molto, in questo momento, affrontare tale argomento perché, proprio in queste settimane, sono impegnata io stessa nell’aiutare mia figlia a togliere definitivamente il pannolino.

Come tutti  i passaggi più importanti della propria vita, a partire dalla nascita, anche lo spannolinamento è una fase molto complessa e delicata in cui le parole d’ordine da tenere a mente sono ascolto, pazienza e rispetto.

DALLA PARTE DEL BAMBINO

Quante volte abbiamo sentito dire ad altre mamme o pensato noi stesse “quest’estate le/gli tolgo il pannolino!”? C’è sempre la concezione, da parte di noi genitori, che debba essere una nostra scelta quella di rendere i nostri bambini autonomi nell’espletazione dei loro bisogni. Noi decidiamo che debba accadere dopo i 2 anni, ma prima dei 3 (complici le imposizioni delle scuole dell’infanzia che richiedono che il bambino all’ingresso sia autosufficiente), e che debba avvenire d’estate perché è più facile pulire tutto e la biancheria si asciuga più velocemente. Insomma, cerchiamo di andare più incontro alle nostre esigenze che a quelle del bambino, scontrandoci a volte con la dura realtà: un passaggio difficile da gestire e un bambino restìo al cambiamento.

Ma come vive il bambino questa delicata fase?

Per i piccoli, il passaggio dal pannolino alla mutandina è certamente una tappa molto importante, oltre che obbligata, che sancisce l’acquisizione di alcune competenze sul controllo del proprio corpo e l’inizio di un percorso verso l’autonomia. Raggiungere serenamente queste tappe di sviluppo permette al bambino di sperimentare soddisfazione e autoefficacia, accresce la sua autostima e lo fa sentire grande e capace.

A partire dai 18 mesi circa i bambini iniziano ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo e, insieme a questo, dei propri stimoli e bisogni. Molti bimbi, pur non sapendo ancora parlare, riescono a far comprendere alla loro mamma di aver fatto pipì o cacca, ad esempio toccandosi il pannolino, iniziano anche a nascondersi e cercare la propria privacy quando ne sentono il bisogno. Sta ai genitori cogliere questi segnali e accompagnare gradualmente il bambino in questo percorso.

Ma cosa succede se ciò non avviene nella più totale naturalezza? Se il bambino si trova improvvisamente a dover svolgere un compito per cui non si sentiva ancora pronto? Ecco che in quel caso potrebbero emergere facilmente ansie e paure che porterebbero il bambino a rifiutarsi addirittura di fare i suoi bisogni per ore (frequente è il caso di bambini che diventano stitici proprio perché hanno vissuto il passaggio al vasino come una forzatura).

Se il piccolo non è ancora in grado di comprendere lo stimolo o spesso è troppo occupato in attività piacevoli per prestargli attenzione, si bagnerà o si sporcherà e in quei momenti è molto comune che possa provare imbarazzo, per cui è di fondamentale importanza non colpevolizzarlo, non arrabbiarsi, ma sostenerlo e fargli comprendere che è normale e che la volta successiva riuscirà a farla nel vasino. Provare senso di colpa non può che allontanare genitori e bambino dal raggiungimento della meta.

Oltre a ciò, uno studio dei ricercatori Thomas e Chess nei primi anni cinquanta ha sottolineato come nella fase dello spannolinamento incida non solo la maturità raggiunta, ma anche il temperamento del bambino, che gli autori dividono in 3 categorie: facile, lento a scaldarsi e vivace/difficile. Mentre il bambino facile si adatta velocemente e senza molta difficoltà ai cambiamenti e il bambino lento a scaldarsi avrà bisogno di ritmi più lenti e di situazioni più riservate per raggiungere la sua meta, il bambino vivace/difficile avrà molta difficoltà ad adattarsi alle richieste dell’ambiente, sarà irritabile e maggiormente imprevedibile, soprattutto nel ritmo e nella segnalazione dei propri bisogni.

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E I GENITORI?

Diciamoci la verità, il momento dello spannolinamento per i genitori, soprattutto per le mamme (non me ne vogliano i papà, ma nella maggior parte dei casi sono loro che se ne occupano), può essere un momento stressante che mette a dura prova i nostri nervi e la nostra pazienza. Quante volte vi è venuta voglia di urlare o di rimettere al vostro bimbo il pannolino dopo l’ennesima pipì sul divano? Come darvi torto? Non è mica piacevole pulire innumerevoli pipì e cacche per tutta casa e mettere 2-3 lavatrici al giorno!

Ci sono momenti in cui ci si sente davvero, stanchi, sconfitti, ci sembra che togliere questo pannolino sia impossibile, che forse non sia il momento… E se davvero non fosse il momento? Se avessimo scelto noi il momento in cui era bene togliere il pannolino al nostro piccolo, ma questo non coincidesse con i suoi tempi? Capite bene che questo può generare in noi un sentimento di frustrazione per la difficoltà di ottenere buoni risultati in tempi brevi e, soprattutto, per il fatto che, probabilmente, ci interfacciamo con un bambino che si mostra (comprensibilmente) più infastidito del solito e quindi più difficile da gestire. Rischiamo così di entrare in un circolo vizioso in cui la nostra frustrazione infastidisce il piccolo il cui atteggiamento può, a sua volta, alimentare in noi l’ansia e il nervosismo, che indispone ancora una volta il bambino. Quindi le soluzioni sono principalmente due: mollare la presa se si ha la sensazione che per il bambino non sia davvero arrivato il momento e rimandare di qualche tempo o, se si capisce che, nonostante le difficoltà il bambino lancia dei segnali positivi, respirare profondamente e porsi in una condizione di accoglienza del bambino e dei suoi bisogni, consolarlo, sostenerlo e aiutarlo con pazienza, comprensione e serenità perché anche lui possa sentirsi altrettanto sereno e privo di ansie nell’acquisizione di nuove competenze.

E se, invece, accadesse il contrario? Se il bambino ci inviasse dei segnali prima di quanto ci aspettassimo e, proprio perché non ancora psicologicamente pronte ad affrontare questa fase, lasciassimo “passare quel treno” in attesa di momenti “migliori” (per noi, ma magari non per i nostri piccoli)? Eh sì, capita anche questo! A volte i genitori non sono abbastanza motivati ad affrontare questa fase, per svariate ragioni (impegni di lavoro, impegni/problemi personali, aspettative e progetti che non coincidono con la realtà, stagione non favorevole, ecc..) e, invece, il proprio bimbo inizia precocemente (rispetto alle aspettative genitoriali) a dare segnali di comprensione dei propri stimoli e bisogni. Se uno o entrambi i genitori pensano che quello non sia il momento adatto, perché sentono di non potersi dedicare allo spannolinamento come vorrebbero, lasceranno quei bisogni inascoltati e il bambino, che non riceverà dei feedback di riconoscimento, continuerà ad affidarsi alla sicurezza del pannolino e, passato del tempo, potrebbe poi dover reimparare con meno naturalezza e gradualità a riconoscere quegli stimoli e a controllarli. Vale davvero la pena lasciar correre o sarebbe meglio assecondare la sua naturale disposizione? Ogni situazione sicuramente è differente dalle altre e le motivazioni possono essere molteplici, ma in genere sarebbe più opportuno di certo assecondarlo.

Infine, rispetto alla motivazione genitoriale, vorrei aggiungere una cosa. Ci sono delle volte in cui il percorso di spannolinamento viene sì intrapreso, ma non con particolare decisione. Faccio un pratico esempio: finalmente decidiamo di togliere il pannolino di giorno e mettiamo la mutandina; i primi giorni di solito si sta a casa per arginare più efficacemente possibile i probabili “incidenti di percorso”, ma prima o poi si dovrà pur uscire! Alcuni genitori temono questo momento, per cui fuori da casa mettono al bimbo il pannolino trainer a mutandina (ottimo escamotage laddove venga concepito sempre come una mutandina). Adesso immaginate questa scena: siete in un centro commerciale in giro per negozi, state provando un bel paio di scarpe e i bagni sono lontani. Oppure: siete in autostrada e la stazione di servizio è lontana kilometri. Improvvisamente il vostro bimbo vi guarda ed esclama: “Pipììììì”. Qual è la soluzione più facile e immediata che vi viene in mente, visto che comunque indossa ancora il pannolino? Rispondere: “Amore, non possiamo andare, per questa volta falla nel pannolino!”. Bene, un atteggiamento di questo tipo può generare confusività nel vostro bambino, che non riuscirà a distinguere quando farla “addosso” e quando nel vasino. Se, invece, nonostante ci sia la possibilità che la faccia nel pannolino per via della lontananza dai bagni o dalla più vicina piazzola di sosta, invitarlo a fare la pipì togliendo il pannolino comunicherà al vostro bambino che voi vi ponete in ascolto delle sue esigenze e lo aiuterà a imparare a controllare questi stimoli perché saprà che appena sarà possibile voi lo metterete in condizione di liberarsi.

CONCLUDENDO…

Ritorniamo alle nostre 3 parole d’ordine:

  • Ascolto: mettetevi in ascolto dei vostri piccoli, dei loro bisogni e dei loro segnali, osservateli e aiutateli a dare un significato a ciò che loro iniziano a percepire e a volerci comunicare.
  • Pazienza: abbiate pazienza, come tutti i percorsi di cambiamento e acquisizione di abilità e consapevolezza, anche questo richiede tempo e gradualità, perché segua la natura del vostro bambino, diffidate dai “programmi” che promettono lo spannolinamento in soli 3 giorni, forse sul momento potreste ottenere risultati, ma le ricadute in termini fisiologici e psicologici si vedono a lunga corsa.
  • Rispetto: abbiate rispetto di vostro figlio e del suo livello di maturazione, lasciate che sia veramente pronto, lasciate che sia lui a dirci quando è il momento di familiarizzare con il vasino!

E voi, care mamme e cari papà, che esperienze avete avuto o state vivendo con i vostri piccoli in merito allo spannolinamento?

Se state incontrando delle difficoltà nell’accompagnarlo in questo passaggio e desiderate un supporto personalizzato, cliccate qui per maggiori informazioni.

Dott.ssa Florinda Lo Piano
La Psicologa delle Mamme

About Florinda Lo Piano

Bis-Mamma, Psicologa - Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale Costruttivista, Mindfulness Educator, Insegnante HUG Certificata (CHT) e Peer Supporter dell'Alto Contatto e del Babywearing. Mi occupo di psicologia perinatale, psicologia clinica, psicopatologia pre e post parto, sostegno all'alto contatto, consulenza sul sonno del bambino, allattamento, comprensione del linguaggio del neonato e babywearing, seguo le donne, le coppie e le famiglie nel delicato periodo della maternità, da prima del concepimento alla gravidanza, dal post parto ai primi anni di vita del bambino.

20 pensieri su “La Psicologia del Pannolino

  1. Lory scrive:

    Articolo molto interessante, grazie, con il mio piccolo di 2 anni e 3 mesi avevo proprio iniziato lo spannolinamento perchè lo avevamo iscritto alla materna a settembre…sono state 2 settimane pesantissime, lui per imitare il fratellino piu grande andava al bagno e diceva pipì ma non era in grado di riconoscere lo stimolo, per cui la faceva innumerevoli volte per terra ovunque…era anche il momento sbagliato essendo ancora al lavoro e avendo problemi di salute nella nostra famiglia (che ha causato stress e nervosismo in me e mio marito) …così ho capito che non era il momento giusto e ho rimesso il pannolino a mutandina, lui è più tranquillo e ora quando fa i bisogni inizia a dirlo quindi magari tra un pò riproviamo con più calma.

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Cara Lory, hai fatto bene a rimandare, lascia che lo prenda come un gioco e passa alla mutandine solo quando ti renderai conto che sarà diventato abbastanza competente e che non sporcherà quasi più pannolini, vedrai che così il passaggio sarà molto più sereno per lui e per voi! In bocca al lupo per tutto Lory!

      • Loredana scrive:

        Grazie mille per la sua risposta, vorrei approfittare della sua gentilezza per sottoporle una questione che ci sta creando non poche preoccupazioni, riguarda il nostro bimbo più grande appena 4enne, da quando abbiamo spannolinato l’anno scorso lui ha sempre avuto difficoltà a fare la cacca al bagno, riconosce lo stimolo e trattiene, abbiamo sempre messo le mutandine pannolino e la faceva lì, ma abbiamo stretto un patto per cui al suo 4 compleanno (2 settimane fa) avremmo fatto al bagno…da allora lui o la trattiene per giorni e giorni o andiamo al bagno leggiamo, guardiamo cartoni parliamo e niente…nn la fa (dice che ha paura cada a terra la cacca) salvo poi farsela addosso (è capitato già 3 volte a cena fuori, a una festa di compleanno ecc)…ora la cosa ci sta creando abbastanza disagio perchè non sappiamo come comportarci, se sgridarlo, se non metterlo in imbarazzo se rimettere le mutandine pannolino al bisogno come lui richiede.
        Scusi se mi sono dilungata ma davvero nn so come comportarmi

        • Florinda Lo Piano scrive:

          Loredana, sgridarlo o metterlo in imbarazzo non può che peggiorare la situazione, il bambino si sentirà non capace e sempre più insicuro e ciò non farà che minare la sua autostima. Dovete invece rassicurarlo con dolcezza, dirgli che non fa niente, che la prossima volta ci riuscirà. È importante anche non fare paragoni, non dire cose del tipo “tutti i bimbi della tua età la fanno nel vasino”. Provi a lasciare il bimbo da solo in bagno nel momento in cui dovrebbe farla, o magari faccia altro senza osservarlo, potrebbe sentirsi in soggezione. Invece se avesse la sua intimità magari potrebbe rilassarsi e lasciarsi andare.
          Come mai ha paura che cada per terra? È successo qualcosa all’inizio dello spannolinamento che può averlo colpito tanto da avere paura di farla cadere?

  2. Dania scrive:

    Salve Florinda, interessante articolo! Vorrei approfittare x esporle il mio caso. Il mio bimbo ha decisamente voluto togliere il pannolino l’estate scorsa, appena compiuti i 2 anni, io rimasi meravigliata ma contenta di seguire i suoi bisogni…vedevo che aveva fisicamente fastidio del pannolino e se lo toglieva continuamente quindi ho “approfittato” nell’esperimentare lo spannolimento con lui! Operazione andata con estremo successo, spannolimento da manuale, terzo giorno mi chiedeva sempre di andare in bagno per la pipì, per la cacca ci ha messo qualche giorno in più ma in una settimana aveva tolto definitivamente il pannolino con successo..anche di notte, anche se ogni tanto aveva qualche incidente. A 2 anni e 3 mesi siamo stati in vacanza a casa dei suoceri, e li per evitare eccessivi disagi gli rimisi il pannolino di notte…dove però ho riscontrato il pannolino bagnato sporadicamente. Poco dopo rientrati dal viaggio ho iniziato un lavoretto mattutino( per lui primissima volta che si “allontanava” da me)…in ogni caso restava comunque con il papà. Da li ha cominciato a farsi la pipi addosso, dagli sporadici incidenti è arrivato ad averli continuamente, da li la decisione di mio marito nel rimettergli il pannolino. Inizialmente non ero daccordo ma acconsentii quando vidi che effettivamente accadeva di continuo… adesso la mia domanda è, abbiamo fatto bene a rimettergli il pannolino? Lui continua a non amare il pannolino in quanto ogni tanto vuole toglierselo, quando ha bisogno di fare la cacca lo dice sempre, qualche volta adesso(dopo più di 1 mese che è tornato con il pannolino) mi chiede anche di andare a fare la pipì, soprattutto in situazioni in cui si trova fuori e con altri componenti della famiglia…io ho riprovato a toglierlo di nuovo in un break da lavoro di 4 giorni consecutivi, ma senza risultati…da dire che sembrava volesse volutamente non farla in quanto quando gli chiedevo di provare ad andare in bagno dopo diverso tempo che non aveva fatto pipì lui si rifiutava con forte decisamente, per poi farla addosso poco dopo. Ora come ora lui resta con il pannolino a mutanda, ha cominciato che ogni tanto mi chiede di andare in bagno ma non in modo regolare. Sarei molto grata di avere qualsiasi tipo didi consiglio…ho fatto bene? Quando dovrei riprovare a toglierlo? Grazie infinite dell’aiuto in anticipo. 😊

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Salve Dania, grazie per il suo commento!
      Ciò che suo figlio voleva comunicare con i primi incidenti che hanno seguito l’inizio del nuovo lavoro era probabilmente che stesse passando un periodo di difficoltà legato al distacco dalla mamma e al cambio di abitudini quotidiane. Rimettere il pannolino (così come anche anche in vacanza) è stato come fargli fare un passo indietro rispetto alle sue conquiste, rispetto all’autonomia che aveva ottenuto in maniera del tutto istintiva, graduale e naturale, senza forzature. Per lui era il momento giusto. Adesso è come se stesse vivendo una regressione forzata dall’esterno, anche se comunque i bambini vivono a prescindere dei momenti di regressione sotto molti fronti, in momenti di difficoltà o in momenti in cui si preparano a fare, invece, un salto di crescita.
      Fortunatamente, comunque, è un’impasse che può essere superata senza grandi difficoltà, purché voi genitori vi mettiate in sincero ascolto dei suoi bisogni, mettendo da parte i vostri desideri e le vostre necessità (es. rimettere il pannolino di notte in vacanza è una comodità degli adulti e non del bambino), seguite le sue richieste, proponete senza forzare, siate accoglienti e comprensivi e, dal momento in cui toglierete di nuovo il pannolino, fatelo definitivamente giorno e notte, senza tornare indietro mai più. Gli incidenti possono capitare, ma con un po’ di pazienza e qualche trucco (ad esempio doppio lenzuolo e doppia traversa sul letto, per evitare di disfare e rifare il letto in piena notte), in breve tempo il vostro piccolo ritornerà alla piena autonomia!

  3. Micaela scrive:

    Salve, mi ha fatto molto piacere leggere il suo articolo, soprattutto in questo momento! Quando la mia bimba aveva 22 mesi notai che spesso faceva la pipi non appena le toglievo il pannolino e che spesso aveva piacere di far la pipi nel vasino ed era molto incuriosita da un libro dove un pupo toglieva il panno per iniziare ad usare il vasino, e quindi decisi di provarci. L’esperienza è andata benino, con le sue criticità, per la cacca non comunica nulla e per la pipi di fatto gioco d’anticipo perché sennò lei si distrae. Adesso sono passati quasi 3 mesi e abbiamo ancora quotidiani incidenti, nel mentre mi sono accorta che ovviamente per lei era troppo presto, avrei dovuto aspettare. Dovrei tornare indietro? A me sembra solo di crearle più confusione, mi sembra che oramai intrapresa questa strada dove lei comunque è convinta del suo (da poco le ho chiesto se volesse il panno o le mutandine e mi ha risposto mutandine!) sia scorretto rimetterle il panno, io penso ci si debba armare di tanta pazienza e continuare ad accompagnarla in un percorso che sarà sicuramente più lento rispetto agli altri bambini che affrontano il tema quando sono esattamente pronti. Cosa mi consiglia? Pensa che potrebbe crearle dei disagi o dei “traumi” in futuro ? All’asilo mi remano un po’ contro sull’argomento e ciò mi crea ancora più sconforto. Vorrei il parere di un’esperta, la ringrazio! 😊 Buonaserata!

    Micaela

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Salve Micaela, grazie per aver condiviso qui la sua esperienza! Il percorso dal pannolino alla mutandina dovrebbe sempre seguire i progressi istintivi del bambino, ciò vuol dire che non sempre questo passaggio si può risolvere in poco tempo, più spesso, se si rispettano i tempi, tutto avviene in maniera graduale, così come sta accadendo con la sua bambina. Non ci sono tempi prestabiliti, ogni bambino è a sé.
      Io le consiglio ciò che lei già sa in cuor suo, continui a seguire sua figlia lungo questo cammino supportandola e accompagnandola verso una sempre maggiore autonomia, rimettere il pannolino significherebbe bloccare i suoi progressi e le sue vittorie, crearle confusione, come lei stessa sostiene.
      Chieda alle educatrici dell’asilo di rispettare a loro volta questo percorso, aiutando loro stesse la bambina quando è con loro, motivandola e spronandola, anziché remare contro. È molto importante che trovi una certa coerenza in tutti i momenti della sua giornata.
      Vedrà che presto gli incidenti quotidiani saranno un ricordo e insieme sarete soddisfatte dei risultati ottenuti!

  4. Elena Barbetti scrive:

    Salve dottoressa, intanto grazie per quello che scrive!! È sempre di grande aiuto!!
    Io volevo chiederle: come si riconosce una regressione (bimba spannolinata ad agosto) per la nascita di un fratellino un mese fa? E soprattutto: come è più indicato reagire? Se, quando è come parlargliene per affrontarla e superarla insieme? Come si fa a capire quali sono i bisogni che la bimba di 23 mesi sta cercando ci comunicarci?

    La ringrazio anticipatamente,
    Elena.

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Salve Elena, grazie mille a lei per avermi scritto, sono felice di poterle essere utile!
      In concomitanza di eventi di particolare importanza, come può esserlo la nascita di un fratellino, è frequente assistere a una regressione, soprattutto in bambini che hanno tolto il pannolino da poco tempo. In questo caso la vostra bambina probabilmente vi sta comunicando che sente il cambiamento nei ritmi e negli equilibri, un cambiamento al quale pian piano tenterà di abituarsi.
      La cosa più importante in questi casi è quella di essere comprensivi e accoglienti, di non far notare che sia un problema, di non farlo pesare, ditele che può capitare di bagnarsi e che la volta successiva andrà meglio, potreste doverlo fare più volte, ma servirà per infondere sicurezza.
      Non si tratta di aver perso quella competenza, ma di averla messa da parte per ritornare “piccola” ed avere attenzioni esclusive come il fratellino, man mano che capirà che i suoi genitori sono lì per lei come lo erano prima, la regressione rientrerà, ci vorrà solo un po’ di pazienza!
      In bocca al lupo e tanti auguri per l’arrivo del vostro piccolo!

  5. DV scrive:

    Buongiorno, mia figlia ha quasi tre anni ma non ne vuole sapere del vasino. L’estate scorsa abbiamo provato a toglierle il pannolino al mare, aveva 2 anni e 3 mesi, però forse era presto, perché sembrava che non riconoscesse lo stimolo. Soprattutto l’abbiamo vista molto abbattuta e in preda alla vergogna, perciò abbiamo rinunciato. Ad oggi continua a dire “no vasino!” ogni volta che cerchiamo di parlare dell’argomento. Stiamo pensando di riprovarci nel ponte del 25 aprile, ma non so proprio come andrà.

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Se ritenete che sia pronta, che percepisca chiaramente lo stimolo e che sappia differenziare i bisogni, che il suo rifiuto sia dovuto alla per lei non positiva esperienza passata, fate in modo che, nei giorni precedenti, tutto appaia divertente, come un gioco, raccontate storie e fate giochi a tema, disegnate, e valutate se in questo modo il suo approccio inizi a cambiare, ma soprattutto non forzatela e fatela sentire sicura di sé e delle sue potenzialità, se non per il ponte imminente, potrebbe essere un buon graduale inizio per prepararla ed aiutarla a elaborare positivamente il passaggio nei prossimi mesi. In bocca al lupo! 😊

  6. Silvia Leoni scrive:

    Salve Florinda sono la mamma di una bimba di 2 anni e 6 mesi abbiamo tolto il pannolino l’estate scorsa perché lei si rifiutava categoricamente di metterlo, ed è stata bravissima in pochi giorni faceva tutto nel vasino, ma da un mese circa ha iniziato a fare un pochino di pipì nelle mutande e solo dopo che ne ha fatto un pó (iltanto di bagnarsi mutande e pantaloni) mi dice che deve fare la pipì, io ho avuto un’altra bimba ma ha già 1 anno, ed era già nata quando abbiamo tolto il panno, non penso possa essere dovuto a quello, ho ricominciato a lavorare a gennaio, quindi l’unica cosa a cui ho collegato questo suo comportamento è al fatto che da fine marzo dorme con la sorellina nella sua cameretta, all’incirca dopo un mese ha iniziato con questi episodi, non so più come prenderla, prima ero accondiscendete, poi mi irritavo adesso mi arrabbio e la minaccio che non le faccio vedere i cartoni, so che non è il metodo giusto ma non so più come comportarmi aiuto!

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Buongiorno Silvia, mi scuso per il ritardo nella risposta, ma per un disguido al sito sto leggendo solo adesso il suo commento.
      Nei momenti di cambiamento o di disagio, anche se non chiaramente percepiti da un adulto, è frequente assistere a qualche tipo di regressione su vari fronti.
      Non so se la situazione sia rientrata adesso, ma il mio consiglio è quello, anche in futuro, di essere paziente e accogliente, di dare fiducia alla bambina facendole capire che lei può riuscire a superare questo momento, è molto importante sia per il raggiungimento dell’obiettivo che per alimentare la sua autostima.
      In bocca al lupo!

  7. Chiara Bannó scrive:

    Buon pomeriggio dottoressa e grazie per il suo articolo….mi è stato di aiuto e incoraggiamento.Vorrei esporle quella che è la nostra difficoltà con nostro figlio di 26 mesi.Mercoledì,cioè tre giorni fa,ho iniziato con lo spannolinamento,e da quello che leggo,mi sa che ho iniziato seguendo i miei progetti e non aspettando i suoi tempi.Il primo giorno ha iniziato ad avvertire un certo disagio dopo svariate volte che aveva fatto addosso la pipì,il secondo giorno iniziò ha percepire lo stimolo perché vedevo ,e vedo,che inizia a toccarsi i genitali,a contorcersi e inizia a dire”no mamma”con tono impaurito,perché sa che se si lascia andare si bagna.In tutto questo non vuole assolutamente sedersi nè sul water,nè utilizzare riduttore…..Ora, è il caso di rimettere il pannolino(tentazione forte,ma con la paura di creare confusione) e riprovare più in là o dobbiamo insistere?.Il problema che sorge è un impegno improrogabile che abbiamo tra quindici giorni e dove siamo chiamati a partecipare, e in queste condizioni sarebbe improponibile.Vosa ci suggerisce di fare?

    Grazie.

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Salve Chiara, mi scuso per il ritardo nella risposta, ma per un disguido al sito sto leggendo solo adesso il suo commento.
      Come procede? Ci sono stati dei cambiamenti?
      Purtroppo quando gli stadi di maturazione del bambino non coincidono con i nostri progetti, capita che ciò crei nel bambino timore per qualcosa che ancora non conosce e non è pronto a comprendere.
      Certo, rimettere il pannolino creerebbe confusione in una fase di spannolinamento iniziato e graduale, ma nel suo caso, non essendo ancora pronto il bambino, non mi sentirei di consigliarle di insistere piuttosto di fidarsi di lui e di quello che le comunica.
      Spero che in questi mesi abbiate raggiunto progressivamente i vostri obiettivi con serenità!
      Buona fortuna!

  8. Sarah scrive:

    salve il mio bimbo ha 28 mesi e avendolo iscritto alla materna come anticipatario ho iniziato tre giorni fa a togliergli il pannolino! per ora la fa dove capita e la fa sul vasino solo se sono io a mettercelo ogni ora più o meno. in questi giorni l’ho tenuto a casa ma ora che deve tornare all’asilo le maestre mi hanno detto che siccome lui non ha tre anni il pannolino glielo mettono! ora la mia domanda è: che faccio a casa continuo a farlo stare senza e all’asilo con o torno indietro e glielo rimetto anche a casa? non so cosa fare….

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Buongiorno Sarah, mi scuso per il ritardo nella risposta, ma per un disguido al sito sto leggendo solo adesso il suo commento.
      Tornare indietro o avere un luogo in cui tiene il pannolino e uno in cui sta senza potrebbe generare molta confusione nel bambino, che ogni volta, in presenza di uno stimolo, si troverà a chiedersi cosa si dovrebbe fare, se farla nel vasino o meno.
      Certamente l’atteggiamento di chiusura dell’asilo è controproducente e si dovrebbe insistere sulla loro collaborazione. Negli ultimi mesi come si è evoluta la situazione?

  9. Federica scrive:

    Salve dottoressa. 2 settimane fa ho iniziato a togliere il pannolino a mio figlio di 2 anni e 6 mesi perchè spesso voleva toglierlo e stare libero in casa e perchè sempre più spesso chiedeva di essere cambiato dopo i bisogni. Pare preferire wc al vasino. Avvertire prima non avverte. Chiama dopo il “guaio”. I successi conseguiti sono dovuti solo alla fortuna di aver beccato il momento giusto sul wc quando siamo riusciti a portarlo. Al nido per nn farlo mortificare davanti ai compagni più abiki hanno chiesto le mutandine pannolino e a cadenza lo portano cmq sul water. Le domande sono: vado avanti anche se non avverte mai prima?, ora che finisce scuola mantengo cmq le mutandine pannolino e lo porto a cadenza o almeno in casa lo lascio libero? Faccio un passo indietro e rimetto il pannolino? La ringrazio

    • Florinda Lo Piano scrive:

      Buongiorno Federica, mi scuso per il ritardo nella risposta, ma per un disguido al sito sto leggendo solo adesso il suo commento.
      Il bambino sta imparando progressivamente a riconoscere lo stimolo e la sensazione di bagnato, con un po’ di pazienza e fiducia riuscirà a raggiungere la piena comprensione dei suoi meccanismi. Concordo, in questa fase, con l’utilizzo del pannolino a mutandina, purché non venga utilizzato a mo’ di pannolino, ma proprio come una mutandina, portandolo sempre e comunque sul vasino e facendolo entrare nel meccanismo dell’abbassare le mutandine prima di farla. Vedrà che progressivamente arriverà alla piena autonomia!

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