QUANTO è IMPORTANTE SEGUIRE UNA ROUTINE CHE PRECEDA L’ORA DELLA NANNA?
Da qualche tempo mi occupo di Consulenza del Sonno dei Bambini e, proprio a tal proposito, ho avuto l’occasione di approfondire diversi studi in merito e di testare alcuni metodi atti a favorire la nanna dei più piccoli con mia figlia, una bimba di 18 mesi molto vivace, giorno enotte.
E non parlo di quei metodi, ormai tristemente famosi, che consigliano di far piangere i piccoli per ore finché non si rassegnano e si addormentano, assolutamente no! Io non ho mai fatto piangere mia figlia, ho sempre cercato di rispondere alle sue esigenze il prima possibile, anche durante la nanna, e anche nel mio lavoro sostengo i genitori e consiglio sempre metodi dolci e rispettosi dei bisogni dei bambini e della loro fisiologia, nonché della loro persona (perché, come direbbe una mia cara amica, sono delle “piccole persone”, ma pur sempre persone sono e, in quanto tali, vanno rispettate). Continua a leggere→
Si parla spesso (ed è importante farlo) di depressione post partum, ma molto meno degli strascichi che un parto molto difficile porta con sé.
Il parto è di per sé un evento oggettivamente traumatico, poiché carico di stress, paura del dolore e preoccupazione per il proprio bambino. A questo, però, a volte vanno ad aggiungersi difficoltà di varia natura, travaglio molto lungo, parto particolarmente difficile, violenza ostetrica (di questo ne parleremo più avanti), complicanze per la salute della mamma o del bambino. Continua a leggere→
Come reagisce un bambino ad una mamma depressa?
Che effetti può avere a lungo termine la depressione post partum
sullo sviluppo del bambino?
Il tipo di legame di attaccamento madre-bambino è, fin dalla nascita, di fondamentale importanza per lo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino, nonché per la strutturazione della sua personalità.
Nel caso in cui la mamma soffra di depressione post partum, le naturali interazioni fatte di richiesta di soddisfazione dei propri bisogni da parte del bambino e pronta risposta da parte della madre saranno alterati. Se questa mancata interazione si prolunga nel tempo, da adulto l’individuo sarà più soggetto a soffrire di depressione e avrà più difficoltà nella gestione dello stress, poiché l’innalzamento dei livelli di cortisolo sarà più sensibile rispetto ai figli di madri che non ne hanno sofferto.
Lo psicologo Edward Tronick, per mostrare gli effetti della depressione post partum nell’interazione madre-bambino, ha condotto un esperimento denominato “Still Face“, nel quale si può osservare una madre che dapprima interagisce giocando e interagendo serenamente con il bambino, in un secondo momento rimane immobile e inespressiva e infine riprende la normale interazione.
Com’è possibile osservare da questo breve video, appena la mamma cambia modalità d’interazione e non risponde più ai bisogni del figlio, il bimbo dapprima non comprende e tenta di ripristinare la relazione, poi comincia a ribellarsi, il suo comportamento appare disorganizzato, piange e si dispera come ultimo tentativo di riattivare la madre. Quando la madre riprende a sintonizzarsi con lo stato affettivo del figlio e lo consola, tutto ritorna come prima.
Questa è una situazione sperimentale che dura pochi minuti, ma è utile per farci comprendere come, fin da subito, lo stato della madre possa incidere su quello del bambino e come sia possibile, nonostante il piccolo ne abbia sofferto, recuperare la relazione e minimizzare gli effetti di un’eventuale depressione. Prima la depressione post partum viene affrontata adeguatamente, prima ciò sarà possibile e minori saranno gli effetti a lungo termine.
Mamma, non avere paura di chiedere aiuto, tutto è risolvibile, tutto è recuperabile! Uscirne si può, chiedi aiuto per te e per il tuo bambino!
Dott.ssa Florinda Lo Piano La Psicologa delle Mamme
Tanti sono i cambiamenti e le preoccupazioni che si affrontano nel corso dei 9 mesi di gestazione, al punto che in taluni casi alcune donne si possono sentire sopraffatte da ansia e, a volte, una forte angoscia che potrebbero portare come risultato l’insorgere di attacchi di panico.
L’ansia non è una caratteristica tipica ed esclusiva della gravidanza, bensì un meccanismo adattivo che accompagna ogni fase della nostra vita e ha la funzione di aiutarci a reagire positivamente e prontamente in alcune circostanze, così come il panico, che è accompagnato da un arousal (ossia da un’attivazione fisiologica che mette in funzione meccanismi che permettono al nostro fisico di reagire velocemente ad una situazione di attacco o di fuga), di per sé ha la funzione di renderci consapevoli di un pericolo reale e poterlo affrontare. Continua a leggere→
Mamme, quante volte vi siete sentite in bilico tra i figli, il lavoro e i mille impegni della vita quotidiana? Vi siete mai sentite delle vere e proprie “equilibriste”?
Oggi l’essere madre richiede grandi abilità di organizzazione e gestione (della casa, della famiglia, del lavoro, ecc.), le cosidette abilità “multitasking”, nonché pazienza e forza emotiva.
Spesso, quando il carico di impegni e le pressioni a cui si è sottoposte superano le proprie possibilità, le donne si trovano costrette a fare delle rinunce e, nella maggior parte dei casi, queste riguardano l’abbandono del lavoro per potersi prendere adeguatamente cura della propria famiglia. A volte ciò può anche essere causa di frustrazione ed insoddisfazione per una donna che non si sente supportata da un Welfare che non investe sulla maternità e sul futuro della sua popolazione. Continua a leggere→